MANIFESTO PER IL SUPPORTO
PSICOLOGICO ONLINE

Gli strumenti digitali sono un’opportunità, ma solo se usati con coscienza e consapevolezza: in caso contrario possono essere dannosi. Questo vale in modo particolare per le realtà aziendali, che rispetto agli individui hanno le risorse per incidere sulla realtà in maniera più profonda; e vale soprattutto per quei settori – come quello del supporto psicologico – che influiscono sulla salute delle persone.

Ecco perché abbiamo sottoscritto questo manifesto, che si articola in sette punti.

1. Il benessere mentale è una cosa seria

Abbiamo troppo rispetto della psicologia per affrontarla in modo semplicistico o banalizzante. Non usiamo i social media per forzare il benessere mentale all’interno di qualsiasi argomento, evento o trend solo per generare like e condivisioni, ma, al contrario, lo facciamo in maniera mirata per aprire discussioni, generare dibattito e confronto. Quando pubblichiamo un contenuto, ci impegniamo a verificarne la correttezza e ad accompagnarlo, se necessario, con dati e fonti autorevoli a supporto.

2. Il rispetto è anche libertà

Quando collaborano in qualità di liberi professionisti, gli psicologi, le psicologhe, gli psicoterapeuti e le psicoterapeute hanno il pieno controllo dell’organizzazione del loro tempo e lavoro. Non applichiamo clausole di esclusività né obblighi legati a comportamenti da tenere in seduta, rimandando all’esperienza e alla sensibilità del singolo o della singola professionista.

3. La chiarezza, sempre

Riconosciamo l’importanza (e il peso) di una comunicazione seria e trasparente.
Non usiamo parole come “psicologo”, “psicoterapeuta” o ”analista” in modo improprio: rispettare una professione significa anche conoscerne il dizionario e usarlo in maniera consapevole. Ci impegniamo a non rafforzare o perpetuare stereotipi, ma anzi, a combatterli.

4. Il benessere mentale è un diritto, non un dovere

Non promuoviamo la terapia come soluzione per ogni problema o per ogni persona, a prescindere dalle necessità. Distinguiamo tra supporto psicologico e psicoterapia, e non presentiamo quest’ultima come un modo infallibile per raggiungere qualsiasi tipo di risultato.

5. Rispettiamo la terapia in tutte le sue forme

Sappiamo che la terapia online ha tanti vantaggi, ma ha anche dei limiti: per questo, a volte, è necessario dire “no”. Chiediamo ai professionisti e le professioniste che utilizzano le nostre piattaforme di valutare le situazioni in cui può essere più efficace una terapia in presenza, un’equipe o un trattamento farmacologico.

6. Facciamo rete

Di fronte a un’emergenza o a una richiesta di aiuto, indichiamo associazioni, strutture o persone che possono offrire assistenza immediata. Aiutiamo chi collabora con noi a gestire queste situazioni e indirizziamo chi non può accedere ai servizi offerti dalle nostre piattaforme alle migliori alternative possibili.

7. Sfruttiamo il potenziale del digitale e dei dati

Mettiamo la sicurezza e la riservatezza dei dati personali al primo posto. Rispettiamo le normative di protezione dei dati come il GDPR e rendiamo lo scambio tra terapeuta e paziente inaccessibile a parti terze. Essere digitali ci permette non solo di abbattere barriere che impediscono alle persone di accedere a servizi di questo tipo, ma anche di raccogliere informazioni in modo facile, preciso e ampio. Usiamo i dati per diffondere conoscenza, per supportare le istituzioni e per creare consapevolezza.

Ti riconosci in questo manifesto?

Firmalo a nome della tua azienda, startup, fondazione, associazione: vi darà un motivo in più per fare le cose per bene.

Hanno già aderito

Daniele Francescon

Co-founder

Alessandro De Sario

CEO

Biancamaria Cavallini

Board Member & Operations Director

Riccardo Manini

Founder

Edoardo Casale

CEO e co-founder

Domande Frequenti

Chi c’è dietro all’iniziativa?

Ci sono le prime quattro aziende firmatarie: realtà che lavorano nel settore del benessere mentale e che lo fanno usando strumenti digitali. Nello specifico, queste aziende sono Serenis, Minders, Mindwork, Therapyside e HelpMeOut.

L’Ordine degli Psicologi sa di questa iniziativa?

Sì. Abbiamo presentato l’iniziativa alla commissione Deontologica del Consiglio Nazionale dell’Ordine, e ha ottenuto il loro placet. Abbiamo intenzione di collaborare ulteriormente con l’Ordine sui temi etici esposti dal manifesto.

Chi può firmare il manifesto?

Tutte le aziende, gli enti e le associazioni che hanno a che fare con la salute mentale online, che si ritrovano nei principi descritti e che possono dimostrare di applicarli, oggi e in futuro.

Vorrei aderire per conto della mia azienda. Come faccio?

Per prima cosa, compila la domanda di adesione che trovi qui sopra. La tua richiesta sarà esaminata dal comitato di valutazione, che racchiude esponenti di tutte le aziende aderenti. Dopo questa fase, faremo una videochiamata conoscitiva per discutere la tua domanda. A quel punto, se tutto andrà liscio, inseriremo il logo e la firma insieme a quelli presenti.

L’intera procedura, inclusa l’eventuale adesione, è gratuita.

Posso sostenere il manifesto come privato?

Sì: chiunque ne condivida i valori può sostenere il manifesto, che si tratti di un individuo o di un’associazione. Puoi farlo seguendo questi passaggi.

1. Scarica il tuo badge di sostegno al Manifesto per il supporto psicologico online.
2. Condividilo online. Puoi scrivere una descrizione di tuo pugno, ma se vuoi puoi usare questa (taggando le aziende):

Anche io sostengo il Manifesto per il supporto psicologico online a cui hanno aderito Serenis, Minders, Mindwork, Therapyside e HelpMeOut. Dai un’occhiata al manifesto che sostengo.

Chi controlla il rispetto di questi principi?

Il primo controllo è in carico a un comitato di valutazione, formato da esponenti delle aziende aderenti, che esamina ogni candidatura. Ma l’adesione va mantenuta seguendo ogni giorno i principi sottoscritti e intervenendo tempestivamente per correggere le violazioni. Analizziamo tutte le segnalazioni che arrivano all’indirizzo email manifestopsicologico@googlegroups.com, comprese quelle anonime.

La aziende aderenti si riuniscono almeno due volte l’anno per verificare il rispetto del manifesto.